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lunedì 29 dicembre 2014

saper scrivere - la lettura

l'osservazione e la descrizione costituiscono due delle principali fonti di idee, ma un' altra fonte  importante è la lettura. anche qui  occorre tuttavia  chiarire "che cosa" si deve leggere e in quale modo dalla lettura si possono trarre frutti utili per i nostri componimenti

che cosa si deve leggere.
indubbiamente  si si leggono libri scritti malamente  in maniera sciatta si perde solo del tempo.
anche i fumetti, così diffusi oggi tra i ragazzi, possono interessare  o divertire ma non insegnano  a scrivere bene  e non abituano a svolgere con ordine e con connessione i proprio pensiero 
ciò non  significa mettere al bando i fumetti  se ne possono leggere tanti quanti si desidera purchè :
- essi non soppiantino la lettura degli altri libri  e degli altri  racconti
- essi siano fumetti  creati con  spirito ed intelligenza grafica, che stimolino  la nostra fantasia che dicano  qualche cosa attraverso un linguaggio magari sintetico ma  significativo

perché la lettura  giovi  dunque è indispensabile che si leggano  libri scritti con serietà con frutto di esperienze  di riflessioni di impegno
i grandi scrittori  d'ogni tempo  e di ogni paese hanno osservato, riflettuto, vissuto,  creato immagini per noi  e noi leggendo le loro opere vivremo  i loro e i nostri sentimenti  e i loro problemi,  che spesso sono anche i nostri, impareremo ad osservare affineremo  il nostro intelletto  e il nostro gusto, accresceremo  sempre più le nostre cognizioni

come si deve leggere
ma il solo leggere non è sufficiente per arricchire la mente di idee, di concetti, e per imparare  a scrivere : è necessario leggere bene con attenzione  e meditare su ciò che si legge
potrà  anche essere utile leggere ad alta voce pronunciando  chiaramente le singole parole, ma soprattutto impegnando a leggere con espressione, assecondando  con i tono della voce il senso del testo
leggere con espressione non è artificio . Quando si narra ad una persona un fatto  doloroso, la voce assume naturalmente un tono basso e triste, E, se al contrario, si riferisce un fatto  allegro , la voce assume  una intonazione vivace. Dunque si può fare altrettanto  quando si legge un brano in prosa o poesia.
si legga perciò lentamente, e con voce sommessa, un brano malinconico  e con tutte le sfumature che essa richiede; velocemente un dialogo tra persone che bisticciano; con tono spigliato  un racconto in cui si narra  una burla

dalla lettura alla riflessione , al riassunto-componimento
alla lettura è bene far seguire di tanto in tanto qualche esercitazione

- si legga qualche pagina di un buon libro e si ricerchi il significato di ogni vocabolo  non noto ricorrendo al vocabolario
- si sottolineino tutte le espressioni  che ci sembrano felici  e che ci hanno particolarmente colpito
- si sottolineino via via, ad esempio  tutte le espressioni che indicano stati d'animo oppure le descrizioni di luoghi, di persone ecc.
A questa lettura approfondita  si può far seguire una esercitazione scritta :

.-si riassuma per iscritto quanto letto : ma senza tralasciare  ( sia pur riassumendolo in poche parole) alcun concetto  e ricopiando quasi integralmente, le descrizioni, i ritratti dei personaggio e le espressioni indicanti lo stato d'animo, così da  imprimere bene tutto ciò nella mente  ed arricchire il proprio patrimonio  di idee.
- si pongano  in evidenza l'immediatezza descrittiva, le immagini efficaci, la proprietà nell'uso dei vocaboli, notando come questi  e non altri doveva usare l'autore per esprimere con esattezza  il proprio pensiero.
- si esprima , infine, il proprio  pensiero su quanto letto, e si dica  oltre a quanto suggerisce il brano specifico

a) se il brano letto ci è piaciuto  o no e perché
b) quale parte di esso ha maggiormente colpito  il nostro interesse (si riportino le frasi che maggiormente  sono piaciute
c)qualora si tratti di  un racconto, quale personaggio ci ha maggiormente interessato e per
chè

domenica 21 dicembre 2014

saper scrivere - l'osservazione

per scrivere c'è bisogno di  idee
queste si acquistano con l'osservazione  con la riflessione  con lo studio  con la lettura  con l'esperienza di vita

tutto ciò che è intorno a noi  costituisce una miniera di idee
ma molti non se ne accorgono  si muovo camminano percorrono vie  attraversano strade  ma non vedono non guardano non ascoltano non osservano
 e ben poco si fissa nella memoria
per sapere un giorno comporre  la memoria deve essere nutrita continuamente  da osservazioni
infatti la nostra mente è simile ad una pellicola dove rimane impresso quello che abbiamo visto
tutte le immagini  tutti i ricordi  vi si accumulano  e vi rimangono  secondo l'impressione provata 
bisogna accrescere  quanto più si può questa ricchezza osservando  tutto quanto avviene intorno a noi  senza trascurare i  particolari fermare in noi le sensazioni rendere attiva la memoria.
per educare noi stessi all'osservazione  per acquisire  quello che comunemente  si dice spirito di osservazione è però necessario eseguire molte descrizioni.
se scriviamo  cose o avvenimenti  facendo esercizio verrà tutto naturale ci abitueremo a esporre con metodo

martedì 16 dicembre 2014

la stilistica e le sue parti

con lo studio della grammatica nei suoi aspetti fonologia morfologia e sintassi veniamo in possesso cosciente e ragionato  della lingua che comunemente usiamo  impariamo a parlare a scrivere  con correttezza, a disporre opportunamente  le categorie di parole  nel messaggio  che comunichiamo  ad altri
ma così esporremmo il nostro pensiero in modo scialbo e freddo  se alle possibilità espressive forniteci  dalla grammatica non daremo vita  se dopo esserci impadroniti  di esse non sapremo usarle  in modo da raggiungere  gli effetti che desideriamo, pervenendo  ad una  nostra particolare maniera di esprimersi  ad uno stile ciò dipende

- dalle nostre facoltà intellettuali
- dalle condizioni della società in cui viviamo  perché condiziona il nostro mondo interiore
- dal tipo de dalla qualità dei pensieri  e dei sentimenti  che  ci proponiamo di esprimere  i quali necessariamente determinano modi particolari di  raggruppare le idee ed esporle
- dal fine che ci proponiamo  con il nostro messaggio  di narrare, di rappresentare avvenimenti reali o immaginari,  di esprimere sentimenti  umani, civili, religiosi
- dalla scelta che facciamo del fraseggio  ed dei costrutti  con cui traduciamo quello che abbiamo da dire
- dallo studio in genere, dalla lettura di autori,  dalla riflessione, dalla fantasia,  dal sentimento
lo stile quindi  è una manifestazione  concreta della nostra personalità  e come tale  non può soggiacere  a regole, a leggi

ma è anche vero che  possiamo perfezionarlo  attraverso lo studio della stilistica questa è costituita essenzialmente in :
- invenzione : cioè la ricerca  di pensieri sentimenti  intorno ad un argomento
- disposizione: la scelta  la disposizione e coordinazione secondo un ordine logico  ma anche con criteri soggettivi
- elocuzione : alla espressione più appropriata  ed efficace

interiezioni onomatopee

una particella di solito dimenticata  è l'interiezione
capita di  dover esprimere uno stato d'animo  durante il discorso  ed usiamo delle esclamazioni  o interiezioni le quali non hanno alcun nesso  grammaticale con il resto del discorso

le interiezioni sono

semplici  formate da una sola parola uh! ah! mah!

composte formate da una parola composta suvvia! addio! ahimè!

improprie  formate da sostantivi aggettivi avverbi usati come esclamativi orrore! zitto! bene!

esclamative  sono espresse da più parole che bellezza! alto là! quanti guai !

quelle onomatopee son voci di richiamo  pss, pss! sst!

a desse si aggiungono anche  le voci degli animali,   i rumori

miao ! patatrac!

uso della preposizione

le preposizioni proprie hanno valore generico  e ciascuna può formare  più complementi diretti  i quali completano un enunciato specificando una indicazione

di luogo
su un ramo 

di specificazione
di ciliegio

di tempo
nell'ora

di modo
con i piedi

di fine
per mangiare

ecc.

la preposizione

le preposizioni possono esser proprie  cioè di, a, da, in, con, su, per, tra, fra

quando si uniscono ad un articolo formano le preposizioni articolate
                                                            singolare                                               plurale
di + il, lo, la, i gli, le                       del dello della                                     dei degli delle
a +   il, lo, la, i gli, le                       al allo alla                                           ai agli alle
da + il lo la i gli le                           dal dallo dalla                                     dai dagli dalle
in + il lo la i gli le                           nel nello nella                                     nei negli nelle
con  + il lo la i gli le                        (col collo colla)                                   (coi cogli colle)
su + il lo la i gli le                            sul sullo sulla                                    sui sugli sulle
per + il lo la i gli le                          (pei pello pella)                                 (pei pegli pelle)

le preposizioni  con e per adesso no si usano più articolate meglio dire con il o per il


ci sono poi le preposizioni improprie  cioè quelle che per loro natura sono avverbi o aggettivi o participi verbali  che vengono usati talvolta come preposizioni
sopra fuori di, vicino a, lontano da, in mezzo a, di là da, di qua da, prima di, dopo, accanto a, fino a, in luogo di,  per opera di, a favore di, rispetto a, dietro, all'infuori di, insieme con  a guisa di, alla presenza di, per causa di.

venerdì 12 dicembre 2014

le congiunzioni subordinative

congiunzioni dichiarative  che, come
introducono una proposizione oggettiva o soggettiva 

temo che verrà

congiunzioni causali  perché, poiché siccome, dal momento che,  per il fatto che....
introducono una proposizione causale

mi piace il luogo perché è ricco di alberi

congiunzioni finali perché, affinché
introducono una proposizione finale

te lo dico affinché possiate provvedere subito

congiunzioni consecutive così tanto che,  talmente che,  così che,
introducono una proposizione  consecutiva

era così tanto caldo che ho bevuto due litri di acqua

congiunzioni temporali quando, allorché, mentre, subito, appena che, fino a che, nel momento in cui
introducono una proposizione temporale

è arrivato mentre cenavo

congiunzioni condizionali  se, purchè, qualora, posto che, a patto che, supposto che, a meno che
introducono una proposizione condizionale

ti scriverò spesso a patto che tu mi risponda sempre

congiunzioni concessive  sebbene, benché, quantunque, nonostante che, per quanto, ancorché
introducono una proposizione concessiva

per quanto l'azione fosse pericolosa non esitò ad intraprenderla

congiunzione modali  come, come se,  siccome, quasi, in qualsiasi maniera, nel modo che,
introducono una proposizione modale

ti devi comportare come ti consigliano i tuoi genitori

congiunzioni eccettuative tranne, fuorché, eccetto che, a meno che,
introducono  una proposizione eccettuativa

potevi far tutto fuorchè mostrargli la foto

congiunzioni interrogative quando, come. perché,  se, quanto
introducono una proposizione interrogativa indiretta

desidero sapere quando ritorni

congiunzione dubitativa se  introdotta da verbi che esprimono dubbi
introduce una proposizione dubitativa

non so se abbia recitato

le congiunzioni coordinative

- le congiunzioni copulative  o aggiuntive 
affermative : anche, pure, altresì, inoltre
negative : né, neanche, neppure, nemmeno
 uniscono due termini simili di una proposizione o due pensieri  affermando o negando

Renzo si alzò e disse le preghiere
non andrò da lui gli scriverò

- le congiunzioni disgiuntive  o, oppure, ovvero,  ossia, altrimenti
uniscono due pensieri  (proposizioni)  uno dei quali esclude l'altro

fa questo lavoro  oppure ritorna a studiare

- le congiunzioni avversative  ma, però, eppure , ebbene, tuttavia, al contrario,  piuttosto, invece,  laddove, non di meno, invece,  mentre,  del resto
uniscono due proposizioni  (o pensieri ) tra loro contrapposti

lo invitai ma non venne

- le congiunzioni conclusive  dunque, perciò, ebbene,  quindi, pertanto, sicchè,  per questo,  in conclusione, per conseguenza,  per la qualcosa,
uniscono  due proposizioni ( o pensieri) delle quali  la seconda  è la conclusione della prima

ho fatto il mio dovere perciò ho la coscienza pulita

- le congiunzioni dimostrative  o dichiarative  infatti, difatti, cioè,  vale a dire, in effetti, in realtà,
uniscono due pensieri  dei quali il secondo  spiega il primo  o comprova il pensiero precedentemente esposto
vi parlerò dell'Ariosto  cioè dell'Orlando furioso

- le congiunzioni correlative sia .....sia, o.....o, né....né, non solo....... ma anche, come....così, tanto... quanto
unisono in correlazione due elementi  della medesima specie  che si corrispondono  oppure due enunciati

non volle fare questo quello
egli non solo lavora ma anche studia

la congiunzione

 come i pronomi relativi anche le congiunzioni hanno la funzione, nella frase  di collegare  tra loro  i vari enunciati
senza le congiunzioni il discorso sarebbe slegato e senza senso
esse ci offrono l'opportunità di  congiungere tra loro due parole dello stesso tipo due pensieri  come pure congiungere due proposizioni e far dipendere una dall'altra
e si distinguono in

-congiunzioni coordinative  o coordinanti  le quali congiungono  tra loro  due proposizioni senza dar rilievo  più all'una che all'altra
le foglie del bosco diventarono  gialle e il vento le portò via
o due elementi della proposizione
sei felice o triste

- congiunzioni subordinative o subordinanti  le quali congiungono  due proposizioni  di cui la seconda  dipende dalla prima
mi risulta che tu studi

possono inoltre essere formate da una sola parola o  da due  o più parole insieme anche se

giovedì 11 dicembre 2014

alcune osservazioni sui pronomi relativi

quale
è sempre preceduto dall'articolo  
il quale la quale

può avere valore di aggettivo relativo quando è seguito dal nome
il quale cane

senza articolo a valore di come
 una notta quale ognuno può immaginarsela

che
è invariabile  vale si a per il maschile che per il femminile

si usa soltanto come soggetto e complemento oggetto

ricordo un canto che iniziava così
quel signore che abbiamo aiutato

preceduto dall'articolo  determinativo o da preposizione articolata vale la quale cosa

il che mi addolora

non confondere il diverso valore  che può avere che

a) pronome relativo (l'uomo che hai visto)
b) pronome interrogativo (che disse?)
c) aggettivo interrogativo (che libro  leggi ?)
d) pronome esclamativo (che mi succede !)
e) aggettivo esclamativo (che bell'anello )
f) congiunzione ( dico che verrò)

in particolare non confondere il che pronome relativo e congiunzione
come pronome può essere sostituito da la quale il quale
se non si può sostituire è congiunzione

cui  è invariabile   serve per il maschile e femminile per il singolare e plurale
        si usa  soltanto come complemento indiretto  mai come soggetto o oggetto 

il paese di cui  conosci i laghi

cui quando significa a cui  si può usare  senza la preposizione a  ma è uso letterario

a voi cui fortuna ha posto una mano .....

i pronomi relativi

questi pronomi  hanno particolare importanza  poiché si riferiscono  ad un nome  o a un pronome  di una proposizione precedente mettono in relazione  o congiungono  la proposizione alla quale appartengono con quella precedente

che  cui il quale la quale sono pronomi relativi  e fanno anche le veci del nome  contenuto nella frase precedente

il nuoto subacqueo è il nuovissimo sport che oggi si va diffondendo
che è un pronome relativo che  unisce le due proposizioni e fa le veci del nome sport

il pronome relativo  svolge pertanto  due compiti

A) congiunge la proposizione di cui fa parte  che prende il nome di proposizione relativa con la precedente e da cui dipende (proposizione reggente)

B) rappresenta un nome o un pronome contenuto nella proposizione che precede

andiamo da Antonio  che mi deve dare un libro
     reggente                          relativa

viene messo subito dopo il nome a cui si riferisce

i pronomi interrogativi

servono a ricercare il nome di una cosa  con una domanda diretta

e sono

chi, che, che cosa, quale quanto

come gli aggettivi interrogativi si mettono sempre all'inizio della proposizione che si chiamerà proposizione interrogativa

chi è ?

pronomi indefiniti

designano  in modo approssimativo  indeterminato le persone le cose e gli animali fanno le veci di un nome

sono soltanto pronomi

qualcuno
qualcheduno
ognuno
chiunque
chicchessia
altri
certuni
alcunché
checché
checchessia
qualcosa
niente
nulla

sono pronomi e aggettivi

uno una
alcuno alcuna -i -e
taluno  -a -i -e
ciascuno -a
ciascheduno  -a
altro -a -e -i
troppo -a -e -i
parecchio  -a -i -e
molto -a -i -e
poco a -chi  -che
tutto a i e
tanto a i e
quanto a i e
alquanto  a i e
altrettanto a i e
nessuno a
veruno a

non sono mai pronomi ma sempre aggettivi

ogni
qualche
qualunque
qualsisia
qualsiasi
qualsivoglia

si può considerare  pronome  indefinito anche l'aggettivo  determinativo tale  quando è preceduto da un 
un tale freddo
si può considerare pronome indefinito anche l'aggettivo certo preceduto da un
un certo punto


i pronomi dimostrativi

indicano rispetto alla persona che parla il posto che occupa  una cosa e ne fanno le veci

essi sono

                     singolare                                                                     plurale

maschile                            femminile                           maschile                           femminile  

questi
questo                                 questa                                questi                                    queste
costui                                  costei                                 costoro                               costoro
quegli
quello                                  quella                               quelli                                  quelle
colui                                    colei                               coloro                                  coloro   
stesso                                  stessa                               stessi                                   stesse
medesimo                         medesima                         medesimi                            medesime
tale                                      tale                                     tali                                     tali
codesto                              codesta                           codesti                                codeste
ciò


questi svolge solo la funzione di soggetto ed è maschile  singolare  si riferisce a persona nominata per ultima
Cloridano e Medoro  erano due guerrieri  questi (Medoro) era un giovinetto

quegli svolge solo funzione di soggetto  ed è maschile singolare  si riferisce a persona nominata per prima
Cloridano e Medoro erano due guerrieri  quegli (Cloridano)  un uomo coraggioso e temerario

questo (- a -e -i) si riferisce a persone vicine a chi parla
quello (-a -e -i) si riferisce a cose lontane da chi parla

colui  colei e coloro sono di uso letterario e si usano  per le persone e si usano quando sono seguiti da che
colui che sarà espulso

costui costei e costoro sono di solito usati come  dispregiativi  si riferiscono a persone

costui non combinerà niente

stesso e medesimo  si usano quando si vuole porre in rilievo  l'identità tra il nome precedente e il pronome che lo rappresenta e vengono chiamati pronomi identificativi

l'uomo che è venuto oggi è lo stesso di ieri

tale può essere anche pronome indefinito e ha il valore di questo e quello

tale è il suo carattere

ciò si riferisce solo a cosa e significa questa codesta  quella cosa  quelle cose  ed è indeclinabile
 si usa come soggetto e complemento

quando è complemento può essere sostituito dalle particelle pronominali   dimostrative  la lo le li ne ci vi
io lo affermo = io affermo ciò

lo la li le ci
sono pronomi dimostrativi quando sostituiscono un nome di cosa o di animale  

te lo assicuro

sono pronomi personali quando  sostituiscono un nome di persona

l'onda ci avvolse

ne può essere

- pronome personale

ne (di lui di lei ) parlerò ai miei genitori

- pronome dimostrativo

non ne (di ciò) sento la necessità

- avverbio di moto da luogo

andiamocene

-particella con valore intensivo

ne va della vita







                   

mercoledì 10 dicembre 2014

i pronomi possessivi

hanno la stessa forma dell'aggettivo  ma l'aggettivo determina il nome e il pronome  sottintende (non sostituisce) un nome
pertanto spesso i pronomi possessivi vengono chiamati aggettivi possessivi sostantivati
il pronome possessivo è sempre preceduto dall'articolo


sing il mio il tuo il suo il vostro il nostro il loro il  proprio l'altrui
        la mia la tua la sua la vostra la nostra la loro la propria l'altrui
plur   i miei i tuoi  i suoi i vostri i nostri i loro  i propri gli altrui
         le mie le tue le sue le vostre le nostre le loro le proprie le altrui
 esempi
quell'ombrello è mio
meglio il tuo o il suo

pronomi allocutivi

si chiamano pronomi allocutivi i pronomi  che si usano  rivolgendosi  a persone di riguardo  o ad amici  nel parlare o nello scrivere  si può dare del tu del voi o del lei

si dà del tu a una persona di confidenza amici parenti

si dà del voi  invece che del tu ad una persona  verso la quale vogliamo dimostrare rispetto e con la quale  non si è in confidenza anche se oggi si usa sempre meno 

si dà del lei  a una persona di riguardo  in segno di rispetto

errori comuni nell'uso dei pronomi

si sita bene attenti ad usare le forme dei pronomi non confondendo i pronomi soggetto da quelli complemento

- errati sono i modo di dire
pensaci te    la forma corretta è    pensaci tu
te non lo devi fare          la forma corretta è   tu non lo devi fare

- e errato per la stessa ragione usare me  al posto di io

e sbagliato dire    per egli     di egli    di ella
ma si dirà                   per lui                di lei

- è di uso antiquato  e quindi da evitare

la di lei sorella  il di lui babbo

- è bene evitare di mettere accanto nella stessa frase due pronomi che sono la ripetizione uno dell'altro

a me mi        a te ti

- e scorretto porre in una stessa frase la particella pronominale  ne riferita ad un complemento  di specificazione  o di argomento  quando è una ripetizione

di queste cose ne faccio a meno   il ne equivale a certe cose  quindi si dirà
di queste cose faccio a meno

- non è esatto  usare gli al posto di le  (= a lei)

vidi tua sorella e gli riferii
la forma corretta è       vidi tua sorella e le riferii

e entrato in uso comune  adoperare gli al posto di loro
parlò con gli scolare e gli disse




martedì 9 dicembre 2014

pronomi personali complemento e particelle pronominali

i pronomi personali in funzione di complemento  hanno due forme  forma forte ( o tonica hanno un proprio accento ) e forma debole  (atona : si appoggiano alla parola vicina per la pronuncia)

svolgono la funzione di complemento
sia i pronomi di forma forte

                                      1° persona     2° persona          3° persona                     riflessivo
singolare                          me                   te                 lui lei esso essa                  sé
plurale                              noi                   voi               loro essi esse                     sé

che si possono usare per qualsiasi complemento
di lui mi fido 
passeggio con lui
egli è accanto a me

sia i pronomi di forma debole  i quali svolgono soltanto la funzione di complemento oggetto e di termine

singolare   1° persona    mi = me complemento oggetto             mi = me  complemento di termine
                                       egli mi chiama                                       mi hanno regalato

                  2° persona   ti = te  complemento oggetto                mi = me complemento di termine
                                      ti chiama                                                ti hanno regalato

                  riflessivo   si = sé  complemento oggetto                a sé complemento di termine
                                     si chiama                                                si diede dell'ingenuo

plurale       1° persona ci = noi complemento oggetto                a noi  complemento di termine
                                    tu ci aiuti                                                 ci confessò molte cose
                 
                  2° persona  vi = voi complemento oggetto               a voi complemento di termine
                                      vi invito a pranzo                                  vi dico la verità

                   riflessivo  si = sé complemento oggetto                   a sé complemento di termine
                                    si vestirono                                              si fecero male


in alcuni casi lui  lei e loro  che di solito svolgono una funzione di complemento possono essere usati in funzione di soggetto

1) quando  si vuol dare rilievo a chi compie l'azione
     fu lui a fare questo
2) quando vi è opposizione tra due soggetti
     lui vuole partire lei vuole restare
3) nelle proposizioni che hanno il verbo in modo indefinito
    arrivati loro la vesta cominciò
4) di preferenza dopo anche neanche pure nemmeno neppure ecco come quanto e nelle esclamazioni  ellittiche
    ha studiato anche lui 
    beata lei
5) nel linguaggio familiare
    felice te !


singolare  lo = lui  complemento oggetto       chiamò il ragazzo e lo ammonì
                 gli  = a lui complemento di termine       ho visto Carlo e gli ho detto
                 la = lei  complemento oggetto        le amiche la canzonano
                 le = a lei complemento di termine       le ho perdonato tutto

plurale     le = loro complemento oggetto femminile  le incontro sempre
                 li = loro  complemento oggetto maschile   li  stimo

singolare      ne = di lui di lei di loro da lui da lei da loro di esso di essa
                     ne conosco tutta la vita - perché te ne disfi ?
plurale         ne = di loro di essi di esse da loro da esse da essi
                    ne riconobbi pochi

le particelle pronominali si appoggiano al verbo  della proposizione di cui fanno parte proclitiche
mi parli - mi venite a trovare

quando seguono i verbo formano una sola parola e si dicono enclitiche

1) quando  esse sono complementi  di un imperativo  presente seconda persone singolare e plurale
     parlami - salutalo
2) quando sono complementi di un infinito
     non voglio nuocerti
3) quando sono complementi di gerundio
   avendone udito il grido
4)  quando sono complementi di participio

se la forma verbale è mono sillaba  o è tronca  le particelle pronominali  unendosi  al verbo raddoppiano
dimmi che pratichi

le particelle pronominali mi ti ci si vi quando durante un discorso si accoppiano a lo la li le ne si mutano come segue :

mi   diventa   me             me lo imprestò
ti     diventa te                 te la porterò
si     diventa se                se li prese
ci     diventa ce               ce le consegnerà
vi    diventa ve                ve ne darò

la particella pronominale gli  quando si accoppia  con la lo li  le ne si muta in

glielo gliela glieli gliele gliene

il gruppo glie serve a significare sia il maschile che il femminile

gliene diedi   ne diedi a lei ne diedi a lui

il pronome riflessivo  sé  si usa quando il pronome si riferisce al soggetto  della proposizione

si devono usare in luogo sé

il pronome lui lei quando il pronome di terza persona  non si riferisce al soggetto
  la cosa era stata risolta da lui

la forma loro si usa per indicare un'azione reciproca  e si fa precedere da fra o tra
 hanno risolto tra loro

al purale si può usare  in certi casi si sé che loro
  gli amici portano con sé
   gli amici portano con loro







                 
                

lunedì 8 dicembre 2014

i pronomi personali - il pronome soggetto

i pronomi personali possono esercitare funzione di soggetto oppure complemento
lei aveva appoggiato  il cappotto sulla sedia (lei soggetto)
mi guardò (mi  complemento oggetto)
mi diceva (= a me complemento d'agente)

pronomi personali soggetto

hanno la funzione di soggetto
io tu noi voi ...... e fanno le veci del nome
io leggo
noi leggiamo

egli ella si riferiscono solo a persone
esso essa a animali o cose 
essi esse si riferiscono a persone animali e cose 

spesso  è bene omettere il pronome soggetto quando dalla frase si capisce a chi si riferisce

è bene metterlo

quando si vuol dare particolare rilievo alla persona
 mi tradisci tu

nei contrapposti
noi vogliamo questo voi no

quando è sottinteso il verbo
sei sicuro ? egli in America?

quando la voce verbale  è uguale e si presta all'equivoco
credono che abiti a Roma
può essere credono che io abiti a Roma
                  credono che tu abiti a Roma
                  credono che egli abiti a Roma
quindi bisogna specificarlo



il pronome

il pronome si usa quando  intendiamo ripetere il nome senza fare una ripetizione
li possiamo usare anche

1) per indicare uno o più pensieri precedentemente esposti
confessalo (confessa quanto ti ho chiesto)

2) per richiamare una persona per ciò che stiamo per esporre;
ascolta bene ciò (quanto stò per dirti)

3) per indicare una persona o una cosa  non ancora nominata
chi desiderate ?

 ci sono diversi tipi di pronome

- personale  che fa le veci di un sostantivo  proprio o comune di persona
voi amate la vostra patria

- possessivo se sostituisce un sostantivo  determinando  a chi appartiene qualcosa
a voi piace la vostra casa a noi la nostra

- dimostrativo si indica un nome  e dà a esso un'idea di vicinanza o lontananza
questi ragazzi sono  disciplinati quelli no

- relativo se rappresenta un sostantivo  o un'intera frase antecedente  e nello stesso tempo congiunge due proposizioni
l'albero che vedi nell'orto è molto fruttifero

interrogativo se ricerca il sostantivo  con un'interrogazione diretta o indiretta
chi è ?
vorrei sapere che cosa vuole

- indefinito  se indica in modo indeterminato un sostantivo
ad alcuni sono necessarie molte cure

esclamativo  se introduce una esclamazione
quanti si rovinano !!




domenica 7 dicembre 2014

alcune ossevazioni sui numerali

1)  i numerali si scrivono in cifre in aritmetica e in lettere in un testo narrativo 
quando però le citazioni sono lunghe ed il numero ha particolare rilievo aritmetico  possono usarsi le cifre  anziché le lettere

2) - nelle date si indica in cifre il giorno in lettere il mese, in cifre l'anno  ( il mese si può scrivere anche in cifre
28 marzo 1974  - 28.3.1974
- quando si esprime l'anno il nome che indica il mese non lo si fa precedere dalla preposizione di la quale si pone  quando non è espresso l'anno
18 gennaio 1918
il 18 di gennaio
- il primo giorno del mese si  indica con l'ordinale
il primo di gennaio
 - si usa scrivere  in lettere il numera del giorno  o dell'anno  importanti nella storia 
il quattro novembre
il  millesimo  può essere sostituito  con il segno dell'apostrofo (1952 = '952)
per i due secoli (1800 e 1900)si può sostituire  con l'apostrofo  nell'indicazione di un anno  il numero che  indica il migliaio e le centinaia (i moti del '21)
indicando solo l'anno in forma abbreviata  lo si fa precedere dalla preposizione  articolata nel o il
 accadde nel 1950
il '40 fu un anno tragico

3) i secoli  si indicano con un numero ordinale  di solito con cifre romane
il II secolo d.C.
i secoli che vanno dal XIII  in poi si indicano anche con numeri cardinali  (specialmente in letteratura storia e arte)
XIII = duecento
XIV = trecento

4) i numeri composti  con uno si accordano con il nome il quale si usa porre sempre al plurale 
ventuno panini
nel caso di cento e uno (una)  e mille e uno (una) si richiede il singolare
cento e un giorno 
mille e una notte

5) quando indicano le ore se il numerale  uno e il suo composto ventuno  seguono il sostantivo ora questo va posto al plurale  e l'aggettivo femminile singolare
sono le ore una
le ore ventuna

6) tre non è  è accentato ma nei composti richiede l'accento acuto
tre
ventitré

7) milione  e miliardo sono sostantivi  ed hanno il plurale maschile
milioni
miliardi

8) attenzione mai apostrofare  alcuni numeri  composti  come ventuno ventotto

9)  se l'aggettivo numerale  si riferisce a più nomi  va ripetuto davanti a ciascuno di essi
quattro cavalli e quattro muli



gli aggettivi numerali

ci sono di diverse specie

cardinali  per indicare
 una quantità numerica in modo assoluto  uno, due, tre .......

ordinali per indicare
 l'ordine la successione  il posto che occupa in una numerazione una persona  una cosa un animale   primo, secondo, terzo......

moltiplicativi per indicare
1) quante volte una cosa è maggiore di un'altra  doppio,  triplo, quadruplo .....
2) di quante parti  si compone una cosa  quanti scopi ha  duplice, triplice, quadruplice

distributivi  per indicare
in che modo è distribuita  una cosa   a uno a uno,  a due a due ..........

frazionari  per indicare
una parte numerica di un tutto  un quarto, due quinti,  tre mezzi ........

 in numerali e i cardinali rappresentano i gruppi principali

possono essere determinati
da un segno cioè  in cifra
cifre arabe    1,2,3,4,
cifre romane    I, II, III

con il loro nome cioè in lettere
i cardinali  uno, due, tre
gli ordinali  primo , secondo, terzo

i numeri cardinali sono grammaticalmente invariabili  eccetto uno che al femminile diventa una
e mille che al plurale  diventa mila
gli ordinali sono variabili e hanno genere e numero differenti  primo prime


gli aggettivi indefiniti

gli aggettivi indefiniti vengono utilizzati quando volgiamo indicare in modo generico  non definito la qualità o la quantità di una cosa

                              singolare                                                                         plurale
                      maschile               femminile                          maschile                     femminile

di qualità       qualunque             qualunque                         
                      qualsiasi                qualsiasi
                        uno                          una
                       alcuno                    alcuna                            alcuni                              alcune
                        altro                        altra                              altri                                 altre
                        qualche                  qualche
                        ciascuno                 ciascuna
                        ogni                        ogni
                         taluno                    taluna                            taluni                              talune
                        nessuno                  nessuna                         

di quantità       tanto                      tanta                                tanti                                tante
                        alquanto                 alquanta                          alquanti                         alquante
                        molto                     molta                               molti                              molte
                        troppo                    troppa                              troppi                             troppe
                        parecchio               parecchia                         parecchi                         parecchie
                         poco                      poca                                   pochi                             poche
                        certo                        certa                                certi                                 certe
                        tutto                        tutta                                 tutti                                  tutte
                        quanto                    quanta                              quanti                              quante
                       altrettanto                altrettanta                        altrettanti                        altrettante

venerdì 5 dicembre 2014

gli aggettivi esclamativi e interrogativi - grammatica italiana

usiamo gli aggettivi interrogativi quando abbiamo bisogno di determinare un nome indicando la domanda rispetto alla qualità alla quantità
sono

che
quale  quali
quanto quanti
quanta quante

che donna è ?
quanta legna hai?

gli aggettivi esclamativi si utilizzano quando  abbiamo necessità di determinare un nome  per indicare un moto dell'anima in forma esclamativa

che
quanto quanti
quanta quante
quale quali

che bello spettacolo !
quanta gente !

anche se è diventato uso comune è errato adoperare  il che davanti a un aggettivo non seguito dal un nome
non si dirà " che bello ! " ma "che bella cosa !" "che bravo ragazzo !"

gli aggettivi dimostrativi - grammatica italiana

si utilizzano
1) quando si vuole determinare se il luogo  dove si trova una cosa è lontano o vicino a noi

questo  questi
questa   queste
quello   quelli
quella  quelle
codesto codesti
codesta codeste

2) quando si vuole determinare  una relazione di identità

stesso stessi
stessa stesse
medesimo  medesimi
medesima medesime

è lo stesso calamaio

gli aggettivi dimostrativi sono anche

tale  (quando è posto  in relazione a qualcosa citata  o nota)
dette tali parole

altro (quando significa diverso )
 tu sei un altro tipo  (un tipo diverso)

non sempre gli aggettivi dimostrativi questo e quello hanno funzione  indicativa ma solo la funzione di  conferire maggior rilievo all'espressione

l'ho visto con questi occhi !

l'aggettivo possessivo - grammatica italiana

usiamo l'aggettivo possessivo quando vogliamo indicare di chi è una certa cosa,  a chi appartiene

mio (mia mie miei)
tuo   (tua tue tuoi)
suo     (sua sue suoi)
nostro (nostra nostre nostri)
vostro (vostra vostre vostri)
loro     (invariabile )
altrui    (invariabile)
proprio  ( invariabile)

proprio si utilizza invece di suo  quando non determiniamo chiaramente il possessore

Carlo uscì di casa con Mario e salì sulla sua automobile (non si capisce di chi è l'auto)
Carlo uscì di casa con Mario e salì sulla propria automobile (l'auto è di Mario)

l'aggettivo possessivo si concorda con  il sostantivo 

1) se si riferisce  a un solo sostantivo  si mette nel numero e genere del sostantivo

la mia bambola
il mio giocattolo

2)  se si riferisce a più sostantivi dello stesso genere si pone al plurale e nel genere dei sostantivi

 i cani e i gatti tuoi  disturbano

3) se si riferisce a più sostantivi di genere diverso
si può  mettere al maschile 

la cavalla e l'asino tuoi
 si può accordare con il sostantivo  più vicino

la tua cavalla e l'asino

meglio ripetere l'aggettivo e accordarlo

la tua cavalla e il tuo asino

collocazione

di solito l'aggettivo si pone prima del sostantivo a cui si riferisce

le sue ricchezze

se si desidera dare  maggior rilievo del possesso si pone dopo

 l'arroganza tua è deplorevole

collocazione dell'aggettivo qualificativo - grammatica italiana

l'aggettivo può essere messo prima o dopo il nome  regole fisse non ci sono  tutto dipende dall'espressione che chi scrive vuol dare al suo discorso

1) se si vuole restringere il significato  troppo esteso del sostantivo l'aggettivo si pone dopo  di questo

l'ambiente familiare mi piace

2) se si determina una specie particolare  di ciò che indica il sostantivo, oppure colore, materia si pone dopo

scuola superiore
vestito nero

3) se si vuole  mettere in risalto  la qualità implicita  nel sostantivo  si pone prima  di questo  e prende il nome di epiteto  (l'aggettivo indica la qualità propria del nome)

il dolce miele

se non si vuole  dar rilievo particolare all' aggettivo  questo si antepone  al sostantivo

l'enorme folla     è più marcato di
la folla enorme

talvolta la posizione dell'aggettivo  cambia il significato  dell'espressione

una sola ragazza              unica tra tanti
una ragazza sola              che è da sola
una certa cosa                  quella cosa
una cosa certa                  una cosa sicura


i gradi dell'aggettivo qualificativo - grammatica italiana

se indichiamo la qualità di una cosa avremo un grado positivo dell'aggettivo cioè è costituito  dall'aggettivo qualificativo puro e semplice
egli è saggio

l'aggettivo può avere gradi diversi i gradi comparativi si formano con gli avverbi  più di maggioranza  meno di minoranze e tanto quanto, come

di uguaglianza   Ugo è tanto forte quanto Ivo
di maggioranza  Ugo è più forte di Ivo
di minoranza      Ugo è meno forte di Ivo

vi sono poi i gradi superlativi 

superlativo relativo  Ugo è più forte di tutti  i compagni - Ugo è meno forte dei suoi compagni
superlativo assoluto  Ugo è fortissimo

quindi i gradi sono tre : positivo comparativo e superlativo

Vi sono dei comparativi irregolari

positivo                       comparativo                   superlativo assoluto        superlativo relativo

buono                           migliore                           ottimo                              il migliore

cattivo                          peggiore                           pessimo                           il  peggiore

grande                          maggiore                          massimo                          il maggiore

piccolo                          minore                             minimo                           il minore 


non si potrà dire il più ottimo  il più pessimo perché sono già superlativi assoluti senza il più


una forma particolare di superlativo assoluto 

acre     acerrimo
celebre    celeberrimo
salubre      saluberrimo
benevolo     benevolentissimo
malevolo     malevolentissimo
maledico     maledicentissimo
benefico      beneficentissimo
malefico      maleficentissimo
munifico     munificentissimo
magnifico   magnificentissimo
aspro           asperrimo  asprissimo
integro         integerrimo
misero         miserrimo

altri comparativi e superlativi irregolari

alto             superiore      sommo supremo
basso          inferiore        infimo 
interno        interiore        intimo
esterno        esteriore       estremo



                   


giovedì 4 dicembre 2014

tipi di aggettivi qualificativi - grammatica italiana

aggettivi sostantivati

alcuni aggettivi qualificativi possono essere usati come sostantivi se poniamo davanti a loro l'articolo
otteniamo dei sostantivi astratti
il buono l'onesto i buoni gli onesti
in questo caso sottintendono i nomi il buono  l'uomo buono

gli aggettivi dei colori

gli aggettivi dei colori  appartengono agli aggettivi qualificativi possono essere usati come nomi
il rosso il verde
 si modificano in genere e numero ma quando l'aggettivo è precisato rimangono invariati
verde chiaro
rimangono invariati anche altri
vestito rosa vestiti rosa guanto viola guanti viola

aggettivi qualificativi participi

il participio presente e il participio passato  acquistano talvolta il significato di aggettivi qualificativi
i cavalieri serventi l'uomo ferito
sono aggettivi quando assumono la funzione di attributo

aggettivi qualificativi usati come avverbi

in certi casi può essere usato in funzione predicativa  e quindi assume un senso che equivale ad un avverbio
camminare veloce avanzava lento

genere e numero dell'aggetivo qualificativo - grammatica italiana

gli aggettivi variano come segue :

se finiscono al singolare con -o
al  purate se sono maschili  cambiano in  -i  accigliato   accigliati
                se sono femminili cambiamo in -e accigliato  accigliate

se finiscono in -co
cambiano in -chi maschile in che femminile se sono piani
animalesco animaleschi  roco rochi
cambiano in -ci per i maschili e in -che per i femminili se sono sdruccioli
monastico monastici comico comiche

se finiscono in -go  fanno al plurale -ghi per il maschile e in -ghe per il femminile
lungo  lunghi larga larghe

se finiscono in -logo  e - fago cambino al plurale per il maschile  in -logi e -fagi  e per il femminile in - loghe -faghe
teologo teologhe  antropofago, antropofagi

se finiscono in -cia -gia  cambiano al plurale in -cie -gie  o -ce e -ge  a seconda che prima della c e g ci sia consonante o vocale
fradicia fradicie  malconcia malconce

se finiscono in -io con la i accentata  fanno al plurale  maschile in  -ii  al femminile -ie
pio pii pie  stantio stantii stantie

io con la i non accentata cambiano al plurale in -i per  il maschile e -e oppure ie al femminile
proprio propri proprie 

se finiscono in -e cambiano sia al maschile che al femminile in -i
trave enorme travi enormi giardino francese giardini francesi

se gli aggettivi sono composti varia solo la desinenza finale
variopinto variopinti russo-giapponese russo-giapponesi

l'aggettivo concorda sempre nel genere e numero  con i nomi a cui si riferiscono

l'aggettivo - grammatica italiana

l'aggettivo può essere

qualificativo  buono, bello,  pacifico
possessivo  mio, tuo, suo
dimostrativo questo, quello,  codesto
interrogativo quando, quanto, come
esclamativo che, quale
indefinito  altro qualsiasi tutto

l'aggettivo qualificativo denotano una qualità possono adornarlo  mortificarlo ravvivarlo, donano colore ai nostri discorsi
infelice libero indipendente allegro  roseo 

mercoledì 3 dicembre 2014

l'articolo e i nomi stranieri - grammatica italiana

quando si citano nomi stranieri  come ci si deve comportare con gli articoli?
l'unica fora raccomandabile  è seguire la grammatica italiana  si usa lo davanti a sc  seguita da e i
diciamo quindi    lo scialle

esempi  si dirà
 gli Chambonnages  de France
gli Champs Elysèes
lo champagne

conviene accordare l'articolo con il genere nella lingua di origine per esempio Etudes in francese e femminile singolare in italiano studio è maschile si dirà comunque  nelle Etudes italiennes

l'uso dell'articolo - grammatica italiana

 dobbiamo ricorrere all'articolo determinativi il lo la i gli le

quando indichiamo una persona un animale o una cosa  unica nel suo genere
il Papa

quando ci riferiamo a persone  o cose di cui abbiamo già parlato  e che conosciamo
prestai un libro id Salgari,le ho chiesto di restituirmi il libro

quando intendiamo riferirci  a tutto un dato genere
il cavallo è un animale domestico (cioè tutti i cavalli sono animali domestici)


dobbiamo usare l'articolo indeterminativo un uno una un'
quando si vuole indicare un individuo  un animale o una casa indeterminata nel suo genere   di cui non osi è ancora parlato
dammi una mela (una qualsiasi)

non si pone l'articolo

quando si vuol lasciare indeterminato un nome
vende fiori

quando si vuole rendere  più spedita una enumerazione  l'aereo sorvolò casa, vie, piazze

davanti ai nomi padre madre  fratello sorella zia e altri nomi di parentela quando si usa l'aggettivo possessivo
mio padre tua madre

davanti ai nomi propri

davanti ai nomi preceduti da attributi o titoli
re Ugo, papa Sisto

l'articolo - grammatica italiana

quando parliamo bisogna dare al nome  un senso determinato o indeterminato contribuendo alla precisione, alla chiarezza alla vivacità dl discorso


se noi scriviamo una bicicletta intendiamo una bicicletta qualsiasi  una delle tante non ancora conosciuta abbiamo utilizzato l'articolo indeterminativo
se dopo scriviamo la bicicletta si sapeva di quale bicicletta si trattava abbiamo usate l'articolo determinativo
se scriviamo  che bella invenzione la bicicletta  diamo alla bicicletta un valore esteso all'infinito  esteso a tutte le biciclette del mondo
abbiamo date tre valori diversi alla stessa parola
l'articolo infatti precisa quale valore diamo ad un nome  cioè indeterminato determinato o generico

l'articolo può essere determinativo  il lo  al maschile singolare i gli al maschile plurale
                                                         la femminile singolare    le femminile plurale

                                 indeterminativo  un uno maschile
                                                             un' una al femminile


 gli articoli lo gli la una subiscono l'elisione  davanti a una parola che inizia per vocale

si pone l'articolo 
il per il singolare  i per il plurale davanti a nomi maschili che  non cominciano per  s impura , sc, z, x. gn, pn, ps,
eccezione  gli dei

lo  per il singolare gli per il plurale davanti a nomi  maschili  che cominciano per vocale o s impura
sc, z, x,gn, pn, ps
 lo pneumatico lo psicologo lo scolaro
la per il singolare davanti a tutti i nomi femminili

le per il plurale  dinanzi a tutti i nomi femminili

l'articolo indeterminativo

un davanti a nomi maschili che cominciano per vocale  (fuorché quelli che cominciano per semi consonante) o per consonante che non si a s impura sc z x gn ps pn  non vuole l'apostrofo
un uomo un albero

uno davanti ai nomi maschili che cominciano per s impura  sc z x gn ps pn
uno struzzo  uno scalone

una un' davanti a nomi femminili  l'accento se iniziano per vocale
un'anima una cicogna



martedì 2 dicembre 2014

i nomi alterati

se volgiamo  indicare una cosa più grande del comune  si aggiunge - one  maschile e -ona femminile ed è un accrescitivo
ragazzo ragazzone  amica amicona
certe volte - one si mette alla fine di nomi femminili
la stanza lo stanzone la donna il donnone

se desideriamo indicare una cosa più piccola del comune si usano i suffissi - ino   - ello  - etto  - ina    -etta   -ella
e diventa un diminutivo
casa casetta  micio micino micetto

oppure possiamo  indicare con un vezzeggiativo una cosa simpatica  con -uccia   - uccio 
ragazzo ragazzuccio  bocca boccuccia

se invece  se voglia indicare una cosa pessima  si usa un dispregiativo o peggiorativo  con i suffissi tipo -accio   -astro    -accia
poetastro  gentaccia

ma non è sempre vero perchè dipende dall'animo di chi parla  tante volte ragazzaccio  per esempio è usato con affetto


le parole sostantivate

possono svolgere la funzione di sostantivi


gli aggettivi  qualificativi      voglio che tu mi dica il vero
gli aggettivi numerali            i tre furono irraggiungibili
i verbi all'infinito                   il viaggiare mi diletta
i partecipi presenti  e passati      il vinto  non può avere pretese
le congiunzioni                       voglio sapere il perché
gli avverbi                              il troppo stroppia
le interiezioni                          i tuoi ahimè non si contano
le preposizioni                         il per è una preposizione

i nomi sovrabbondanti

i nomi sovrabbondanti hanno più plurali e i due plurali hanno significati diversi

il braccio       i bracci      del fiume  della croce
                       le braccia  del corpo umano

il calcagno      i calcagni      dell'uomo
                        le calcagna  in senso figurato stare alle calcagna

il ciglio    i cigli  della strada
                 le ciglia  dell'occhio

il corno    i corni della luna da caccia
                 le corna degli animali

il dito      i diti   si può dire ma non comune
                le dita della mano

il filo        i fili  dell'erba..
                 le fila  di una tela ...

il fondamento  i fondamenti  di una scienza
                         le fondamenta di un edificio

il fuso          i fusi  strumento per filare
                     le fusa  del gatto

il ginocchio           i ginocchi di solito considerati singolarmente
                              le ginocchia tutte due insieme

il grido   i gridi  degli uccelli
               le grida dell'uomo

il labro     i labbri  di un vaso  di una ferita
                 le labbra  della bocca

il lenzuolo  i lenzuoli  considerati individualmente
                   le lenzuola considerati appaiati

il membro     i membri della società
                      le membra del corpo umano

il muro    i muri della stanza
                le mura  della città

l'osso               gli ossi  considerati singolarmente  gli ossi del cane
                         le ossa considerati nel loro complesso   le ossa dell'uomo

lo strido                   gli stridi  poco comune
                                 le strida  voci

l'urlo                  gli urli  alte grida degli animali
                           le grida dell'uomo

grammatica - il numero del nome

oltre ai generi  il nome ha anche numeri diversi 
il nome può essere singolare o plurale

il passaggio dal singolare al plurale  è indicato dalla sua desinenza  e ci sono tre declinazioni

la prima comprende i nomi di genere maschile e femminile che terminano  con   -a

la seconda comprende i nomi di genere maschile e femminile che terminano con   -o

la terza comprende i nomi di genere maschile e femminile che terminano con   -e

prima declinazione
se sono  maschili  fanno al plurale  -i
poeta poeti

se sono femminili fanno plurale   -e
giornata giornate

-ca   -ga  fanno al plurale-
 -chi  -ghi se sono maschili
monarca monarchi

se sono femminili   - che  -ghe
barca barche

cia  e gia fanno al plurale
-cie  -gie
in  -ce - ge  se hanno davanti alla c e g una  consonante
querce rocce frange


2° declinazione
terminano in -o fanno al plurale  in -i
canotto canotti

se terminano in - chi  -ghi  se la parola è piana 
pacco pacchi   arco archi

se la parola è sdrucciola  in ci e gi
medico  medici  monaco monaci

alcuni sdruccioli fanno  -chi e ghi
incarico  lastrico  carico  solletico pizzico valico  rammarico  diadoco strascico indaco abbaco  monologo  pelago  riepilogo epilogo  dialogo  apologo melologo  callifugo catalogo allobrogo  e pochi altri

fanno in ci e chi tutti  e due i modi

manico bilico stomaco esofago  fondaco  parroco  farmaco
le parole che terminano in -io
fanno al plurale -ii
 se hanno la i tonica 
addio addii zio zii leggio leggii

i se hanno la i atona
salvataggio  salvataggi marinaio marinai

3° declinazione
le parole che finiscono per  -e

fanno al plurale -i
 paese paesi  mare mari

ie hanno il plurale uguale al singolare
 barbarie  specie serie


nomi indeclinabili
 - i nomi che terminano  al maschile e al femminile in -i in consonante in vocale accentata e i monosillabi
crisi  lunedì re gru  tunnel
- i nomi stranieri
film bar
-i cognomi i nomi propri

non tutti hanno il plurale o il singolare  quelli che non ce l'hanno sono difettivi
calzoni  nozze  forbici  prole  miele pepe

i nomi composti
sono formati da due parole diverse
arcobaleno   cassapanca
i nomi composti  sostantivo + aggettivo  prendono la desinenza  del plurale entrambi
la terracotta le terrecotte

- se abbiamo un aggettivo + sostantivo  cambia solo la vocale finale
bassorilievo bassorilievi

- se abbiamo sostantivo + sostantivo
se sono tutte e due femminili o maschili  mutano solo la desinenza
pescecane pescecani
se sono di genere di verso  cambia solo il primo
il pescespada i pescispada

- se abbiamo una forma verbale + sostantivo cambia solo la desinenza del sostantivo
spazzacamino  spazzacamini

- se abbiamo una forma verbale + sostantivo femminile singolare
se la parola è maschile rimane invariata
lo spazza neve  gli spazzaneve
se la parola è di genere maschile cambia la desinenza
la retroguardia le retroguardie

- se abbiamo  nomi composti da verbi + verbo  oppure  verbo + avverbio rimangono invariati
il parapiglia i parapiglia  il posapiano i posapiano


con capo
alcuni cambiano  il primo elemento
capobanda capibanda capofila capifila

altri il secondo elemento
capocomico capocomici  capoluogo capoluoghi

altri tutte e due gli elementi
caposaldo capisaldi

non cambiano mai  il primo elemento se  si riferiscono a persona femminile
i capistazione le capostazione








lunedì 1 dicembre 2014

il nome - nel periodo in grammatica

con il verbo indichiamo l'azione  uno stato  che possiamo determinare con gli avverbi
di solito lo accompagniamo  con un nome  o con un nome preceduto dall' articolo  per specificare chi fa l'azione cioè un soggetto 
l'articolo e in nome formano un' unità sintattica  ed ugualmente la formano aggettivo e nome

articolo : il la un l' ecc.
nomi : giardino massa  zona luce confini silenzio
aggettivi : violacea  larga tricolore

inoltre essi concordano in numero  e genere

il nome,  detto anche sostantivo, può essere di più specie

comune  : indica una persona  una cosa un animale senza distinguerli  individualmente
                 vie città bandiere cielo stadio

proprio  : si scrive con la lettera maiuscola e indica una sola persona e la distingue da tutte le altre
                 Gijón Italia Marco

collettivo : indica più individui della stessa specie  raggruppandoli  in un'unica idea
                   popolo  flotta mandria sciame

il nome può essere anche astratto o concreto

concreto : indica persone cose e animali che possono essere visti o toccati o uditi  che possono essere 
                 sentiti attraverso i sensi pane cane isola
astrato :  indica un sentimento  un'idea della mente  una qualità modi essere
                virtù valore egoismo fanciullezza

genere del nome può essere

maschile  : uomo  gallo bue balcone

femminile : donna  bandiera gallina  coppa

comune :  nomi che hanno un'unica forma la nipote il nipote il pianista la pianista

promiscuo  : animali che hanno  un solo genere
                      leopardo giraffa  pantera (maschio e femmina)

mobile
il fanciullo la fanciulla a il maestro la maestra

non tutti sono mobili per esempio  : uomo donna  padre madre